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Quando parliamo di Cesanese del Piglio o di vino denominato semplicemente “Piglio”, ci riferiamo all’unico vino laziale ad aver ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita (DOCG).
Con il termine cesanese si intende invece un vitigno molto diffuso in Italia ma indubbiamente di origine laziale (il nome deriva da Cesano, località poco a nord di Roma).
Nel 19° secolo la diffusione della viticoltura nei territori a sud-est di Roma fu veramente importante e nei pendii e nelle colline orientali della Ciociaria, tra le province di Roma e Frosinone, questo vitigno trovò condizioni ottimali. Terreno di origine vulcanica, disposizione del terreno che impedisce ristagni d’acqua, clima ideale con buon compromesso tra soleggiamento e piovosità e altri fattori, portarono allo sviluppo di un tipo di uva dalle dimensioni leggermente inferiori della bacca, denominato cesanese di Affile.
Per assistere ad un salto qualitativo da parte dei produttori di vino nella zona di Piglio e comuni limitrofi, bisogna però attendere almeno gli anni ’60. Precedentemente infatti la coltivazione delle viti e la vinificazione erano svolte da imprese piccole e con scarso potere contrattuale, se non da contadini che producevano per uso proprio e dei familiari. Questa circostanza aveva come conseguenza che un vino potenzialmente ottimo veniva venduto a basso costo in altre aree geografiche (come i vicini “castelli romani”) per “allungare” quel vino.